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Athanasii Kircheri

Cap. XI.Sect. III.midem ædificasse supra ostendimus; non ipsam, sed posterioribus seculis ex ruinis veterum urbium extructam; ubi et mentionem facit sepulchri Ezechielis Prophetæ, et fluminis Chobar. Sed audiamus ejus verba.
  Dimorammo in Hella tutto ’l giorno sequente per vederla bene, et in poche parole dirò a V. S. che è situata Hella sopra ’l Eufrate, la metà di quà, e la metà di là, e da una parte all’altra si passa per un ponte di barche, come quel di Baghdad, mà le barche, quando io le ho vedute, non erano più di venti quattro, se bene in tempo di acqua grossa, vene bisognava più. Le case, son pur come quelle di Baghdad, fabricate di buoni mattoni vecchii, ma bassissime, che non hanno se non il primo piano al terreno, e tutte hanno giardino con quantità d’alberi di varii frutti, e sopratutto palme in tanta copia, e così alte, che sopravanzando di gran lunga, e ricoprendo, per dir così, co ’i rami tutte le case, quando si vede la città di lontano, non pare di veder una città, ma una folta selva di dattili, che certo in quelle pianure, e sopra quel fiume, è cosa assai vaga à vedere. E città honestamente grande, ha dentro un Castello piccolo, ma competentemente forte sopra ’l fiume, case assai buone, et alcuni di bella fabrica, fatti con architettura, ma troppo scuri.
  Vi risiede un Sangiacco, et è sottoposto al Bascia di Baghdad. Frà i giardini vene sono alcuni galanti con agrumi, e simili galanterie, come uno, che io ne vidi, che è di certe donne, figliuole di un Bascia morto. Fabriche notabili non vi sono, ne reliquie di antichità, tutta via si può credere, che anche in tempi antichi tutto quel paese intorno all’Eufrate, e tanto vicino à Babilonia, fosse strettamente habitato e facilmente può essere che Hella dalle stesse rouine di Babilonia in quel luogo nascesse. E mi fù accennato in Hella, mà per la poca intelligenza, che io hò in fin’hora della lingua Arabica non l’intesi all’hora bene, e perciò non andai à vederlo, e quando dopo di esserne partito, l’ho saputo meglio, mi è dispiaciuto assai di non esservi andato, e non l’haver veduto, cioè, che vicino ad Hella meza giornata, per altra via diversa, da quelle che io feci, si vede infin’hoggi la sepoltura di Ezechiel Profeta, dove bene spesso vanno molti Hebrei per divotione, e sta à punto sopra quell’istesso fiume Chobar, ò Chabor, come dicono hoggi gli Arabi nominato dalla sacra scrittura nelle visioni di lui, il qual fiume nascendo nella Mesopotamia da una grande e famosa fontana chiamata راس العين‎ Ras-el-ain, e cresciuto poi in lungo corso, finalmente verso queste parti viene à metter nell’Eufrate. Era in vero questa cosa molto degna di vedersi, tanto per Ezechiel, che fù si gran Profeta, quanto perche nel Martirologio si dice, con l’autorità, come io credo di santo Epifanio che l’ha scritto, che Ezechiel fu sepellito nel sepolcro di Sem e di Arphaxad, progenitori di Abrahamo, che è una grande antichità, ma in somma la mia disgratia, ò trascuragine che fosse, mi privò di questo gusto. Veduto del resto che hebbi ogni cosa, e notato quanto mi parve ne’ miei scartafacci la matina di 25 di Novemb. al tardi parti di Hella, e la sera andai à dormire nel medesimo luogo chiamato Biz-ferchàn, dove havevamo pur’alloggiato nell’andare. Haec latinè sic sonant.
  „Totum diem fequentem morabamur in civitate Hella, ut eam probè perspiceremus, brevibusque tibi dicam, eam sitam esse ad Euphratem, mediam interfluentem, et ponte scapharum junctum, in modum pontis Bagdadensis; verùm scaphæ, quo tempore eas videbam, non superabant numerum viginti quatuor, utut flumine alto longè pluribus opus sit. Ædes similes sunt Bagdadensibus, extructæ ex bonis lateribus vetustis, sed humillimis, altitudine saltem æquantibus primum planum telluris, omnesque adjunctos habent hortos cum plurimis arboribus variorum fructuum, et in primis palmarum tantâ copiâ, adeoque

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